Il cane che deve lavorare (cheppalle!)
- dogcenterlago
- 13 apr
- Tempo di lettura: 5 min
Scendo dalla macchina al lago per la lezione e mi si avvicina una signora trafelata e stravolta. "Vi prego, aiutatemi! La mia cagnolina è dentro al lago che corre su e giù nel fango ma non ci ascolta e non riusciamo a prenderla! Magari se vede i vostri cani si avvicina".
Entro nell'area del lago e vedo un puntino che corre alla fine del fango, forse più di 200 mt da noi, la proprietaria continua a fischiare e gridare, 200 mt più a destra il marito fa altrettanto ma la cagnetta non sembra sentirli, continua a correre a destra e sinistra buttandosi nei canali fatti dal fango e l'acqua, insegue le anatre, poi si ferma e riprende.
Il fango del lago è pericoloso perchè si formano delle zone di sabbie mobili perciò è impossibile anche solo pensare di entrarci con i piedi però ci sono delle zone in cui è più solido ed io le conosco. Mi avvicino e la guardo: sta inseguendo le prime rondini che sfrecciano sopra il lago a caccia di insetti, prova con una corre, poi un'altra in un loop senza fine, è un cane da caccia "è normale che lo faccia". Guardo le rondini, anche loro stanno cacciando ma hanno ben in testa il loro obiettivo e sanno quando fermarsi, sanno capire dove è il pericolo, questa cagnolina "non è connessa" è in un loop senza fine.

Immagino già la frase piazzata lì "E' un cane da lavoro", anche io lavoro e lo amo, anche io adesso sto cercando di aiutare queste persone ma sono assolutamente in grado di valutare il pericolo e quello che faccio. Questo è il punto, il fatto che mantego un mio equilibrio emotivo e riesco a cercare di trovare una soluzione. Certo non sono la proprietaria che è disperata e continua a gridare "Amoooooreeeeeeeeeeeeeee! Vieni qui" fischiando ininterrottamente, non sono coinvolta emotivamente ma so a cosa sto assistendo e questa cosa mi dà fiducia.
Strategia di coping
Facciamo finta che tu abbia una serie di difficoltà a gestire delle situazioni, cosa fai per sentirti meglio? Io scrivo, dipingo o mangio. Due di queste strategie (dipingere e scrivere) per me sono funzionali cioè mi aiutano effettivamente a scaricare e rilasciare definitivamente la pressione che sento crescere per la mia incapacità a gestire una certa situazione emotiva, la terza invece inizialmente mi fa sentire bene poi mi stresso perchè ho mangiato e rimangio per sentirmi bene. E' una strategia che mi aiuta per mezz'ora e poi diventa essa stessa causa dello stress. Quale dovrebbere essere la soluzione? Non serve rinunciare al cibo ma imparare faticosamente a gestire emotivamente ciò che mi fa sentire incapace.

Mi avvicino alla cagnolina, siamo a circa 20 mt, lei mi guarda, io cerco di chiamarla con un tono dolce e gentile, lei è immobile mi fissa, deve decidere se io posso essere un suo problema oppure no, si gira e si allontana, a 50 mt la proprietaria ricomincia a chiamare, gridare, fischiare. Mi ringrazia e dice "Grazie comunque per averci provato" ma io sono "pitbull" Martina, non mollo, nel tempo ho imparato che la mia testardaggine è positiva, basta che io non morda.
Diva (nome inventato) è corsa dall'altra parte del lago, sembra stia andando verso il padrone, vedo che è interessata a qualcosa che lui sta roteando, è un prey dummy con cui probabilmente si allenano, è un cane che caccia. Lui è sulla riva e lei a 4/5 metri, si ferma, lo guarda mentre lui rotea il giocattolo, la chiama, lei ci pensa un paio di minuti e si allontana nuovamente. Si avvicina a me che sono con Miranda, la cagnetta adulta e centrata di questa famiglia, vede due rondini, le insegue, si blocca, ci guarda, siamo a pochi metri, si avvicina a Miranda, l'annusa, allungo lentamente il braccio e la prendo. La proprietaria esplode in un pianto che le fa colare tutto il trucco sul visto, è veramente devastata. Le dico "Io la tengo ma se la picchiate io la lascio di nuovo", mi rassicurano che non accadrà, Diva è coperta di fango, tremante, bagnata ed ha uno sguardo di uno che si è appena svegliato da un sonno incosciente.
Mi raccontano che Diva è un cane che va a caccia regolarmente, che portano ovunque, sempre con l'altro cane di famiglia, un pastore tedesco, oggi non c'è ma non si era mai comportata così.
Diva quando è vicina al pastore tedesco non ha voglia di cacciare? Poco plausibile se Diva ha questo (come l'avrebbero definito in molti) "istinto predatorio" che va oltre la ragione, una specie compulsività. Probabile invece che l'altro cane rassicuri Diva su ciò che vivono, dividono lo stress per due, si sente rassicurata dalla sua presenza, senza imbottiglia ansia a stress che si trasforma in inseguimento non ragionato di tutto ciò che vola.
Se lei è un cane che lavora non dovrebbe arriviare a dei livelli di attivazione così alti, noi umani non siamo in grado di comprendere che un soggetto non stressato lavora bene, a prescindere dall'attitudine.
Faccio un esempio: se io mando un ragazzino alla scuola militare perchè ho deciso che diventerà un soldato qual'è il punto che va considerato per primo: il fatto che rimanga e sia un soggetto equilibrato (non obbediente, equilibrato) oppure che sappia sparare bene? Se non investo nel primo punto potrei scoprire che il ragazzino sparerà bene ma in mezzo alla gente e lo farà quando si sentirà in disequilibrio.
Quindi come funzionano e quali sono le strategie di coping e come faccio a capire quando vengono messe in atto?
Partiamo dal fatto che non va demonizzata l'attitudine ma equlibrata con uno stato emotivo corretto. Le strategie di coping possono essere molteplici e d utilizzate come "valvola" quando la pressione è alta, possono essere a loro volta una "spia" che ci dice che la pressione emotiva sta salendo.
Controllare continuamente, scavare senza mai fermarsi, correre su e giù, cacciare prede che non ci sono, controllare che un gruppo non si divida, inseguire mosche, ombre, mordere continuamente legnetti (ce ne sono tantissime). La differenza la fa il quanto ed il come. Se il cane va in frustrazione se la sua strategia va disattesa ci dice che per lui è uno dei pochi strumenti che ha per gestire le situazioni.
Mi auguro che Diva riesca, magari attraverso delle esperienze costruttive con altri cani, a trovare un po' di equilibrio e diminuire l'ansia che oggi, per quasi un'ora, la portata a correre nel fango alto fino alle ginocchia ininterrottamente.
POST SCRIPTUM
Circa 4 anni fa, durante una lezione, mi capitò la stessa identica cosa con Maya, mix labrador/husky, dopo 45 minuti di tentativi si decise a seguirci fino al campo dove riuscimmo a legarla. Se veniva liberata era impossibile riprenderla e spesso la proprietaria era costretta a seguirla con la macchina per andare a casa. Aveva ucciso tutte le galline dei dintorni di casa. Lavorammo moltissimo sulla relazione tra lei e la sua compagna umana, sulle esperienze, sulla comunicazione e la capacità strepitosa che lei aveva nello stare con gli altri cani, sul guinzaglio, la longhina, la libertà in alcuni posti che l'attivavano di meno. Maya aveva 7 anni ed era stata adottata da poco dalla sua famiglia, adesso è un cane sereno, che sa dare delle priorità al suo gruppo sociale, che fa lunghissime e bellissime passeggiate sia libera che al guinzaglio
Non ha più ucciso nessuna gallina.
Capii questa cosa dell'attitudine/stress e gli studi di un altro educatore confermarono ciò che avevo capito.
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